Il sondaggio congiunturale sul mercato delle abitazioni in Italia, condotto da Banca d’Italia in collaborazione con Tecnoborsa e l’Agenzia delle Entrate (OMI), rivela che nel nostro Paese le case più compravendute sono quelle già esistenti e in bassa classe energetica.
La maggior parte del patrimonio edilizio del nostro Paese è vecchio, composto da edifici datati che necessitano di interventi di recupero e ristrutturazione.
Gli immobili in bassa classe energetica sono tantissimi e sono responsabili del 40% dell’inquinamento del Paese. Questo rende evidente il bisogno di rimettere in efficienza il mattone italiano.
I dati parlano di circa 13 miliardi di metri quadrati di abitazioni da ristrutturare. Ovviamente l’ampia offerta di immobili di questo tipo, unita a prezzi inferiori al mq, giustifica il fatto che la maggior parte delle compravendite abbiano come oggetto l’usato.
Gli immobili nuovi in classe energetica elevata sono pochi e hanno prezzi decisamente superiori.
Così l’85% degli acquirenti in Italia oggi si orienta verso l’acquisto di un’abitazione usata che necessita di interventi più o meno ingenti.
Secondo il sondaggio le unità immobiliari più apprezzate da chi cerca casa sono di categoria economica o popolare: queste coprono il 61,4% delle vendite complessive contro il 34,5% di quelle civili o signorili.
Le case più vendute sono dunque quelle già esistenti, da ristrutturare almeno parzialmente: la metà delle compravendite riguarda edifici con classe energetica F-G, il 21% quelli di classe D-E e solo il 15% quelli di classe A-B-C.
Ogni anno in Italia si spendono dai 40 ai 50 miliardi di euro per operazioni di recupero edilizio.
Riqualificare e ottimizzare gli immobili è un’attività che porta vantaggio a livello di sistema generale, dal momento che è utile a rivalutare il patrimonio immobiliare italiano e ridurre le emissioni, ma anche agli stessi proprietari.
Rimettere in efficienza energetica la propria casa porta, al netto delle spese sostenute, ad un incremento del valore medio della superficie totale addirittura del 25%.
Ciò vuol dire che chi vuole risparmiare sull’acquisto della casa per poi dedicarsi alla sua ristrutturazione potrà ritrovarsi in seguito una casa più confortevole e di maggior valore.
A questo si aggiunge il risparmio dato dalla possibilità di usufruire degli incentivi prorogati dalla Legge di Bilancio per chi intende rendere più efficiente un immobile e effettuare lavori di ristrutturazione.
L’intento è quello di rendere sempre più concreta la tendenza ad investire in costruzioni rivolte ad uno stile di vita sostenibile, rispettoso dell’ambiente e dei cittadini.
Incentivi come:
- il Bonus ristrutturazioni: che permette di detrarre il 50% delle spese sostenute per lavori su un immobile di proprietà fino ad un tetto massimo di 96 mila euro,
- l’Ecobonus: che riguarda gli interventi effettuati per il conseguimento di risparmio energetico e prevede una detrazione del 50% o 65% su un tetto massimo di spesa che arriva fino a 100 mila euro e varia in base al tipo di opera eseguita,
hanno proprio lo scopo di spingere chi ha un immobile di proprietà a migliorarne la resa e l’aspetto.
In questo modo si ha la possibilità di ridurre i consumi, dare più valore alla propria casa e trasformarla in un ambiente più accogliente. Una soluzione ottimale quindi sia per chi acquista la sua abitazione principale sia per chi compra per fare un investimento.